Dott.ssa Chiara Gagliano
Psicologa Clinica
Psicoterapeuta (in formazione)
Esperta in Decodifica Biologica Riparatrice (DBR)®
ed Ipnosi Regressiva Riparatrice (IRR)®
“Nella stanza di ogni bambino ci sono dei fantasmi. Sono i visitatori del passato non ricordato dai genitori; gli ospiti inattesi al battesimo.”
Selma Fraiberg (1974)
Una delle ipotesi su cui si fonda lo studio della psicogenealogia o la psicologia transgenerazionale è l’esistenza dell’Inconscio collettivo, un concetto junghiano che include quello di Inconscio familiare e amplia quello freudiano di Inconscio personale.
L’Inconscio collettivo è anche il piano del transpersonale, del quale è importante fare una buona analisi ed interpretazione.
Dagli scritti di Jung:
"Ho scelto l’espressione collettivo perché questo inconscio non è di natura individuale, ma universale e cioè, al contrario della psiche personale, ha contenuti e comportamenti (cum grano salis) che sono gli stessi dappertutto e per tutti gli individui. In altre parole, è identico in tutti gli uomini e costituisce un sostrato psichico comune, soprapersonale, presente in ciascuno.
L’Inconscio collettivo è costituito dagli archetipi i quali non sono mai approdati alla coscienza, né possono essere appresi individualmente perché sono disposizioni, schemi primordiali e universali formati dalle esperienze dell’umanità.
Gli archetipi non sono determinati dal contenuto, l’archetipo in sé è un elemento vuoto, formale, una possibilità di rappresentazione data a priori.
L’archetipo è una disposizione a riprodurre rappresentazioni corrispondenti alle esperienze che l’umanità ha fatto nel processo di sviluppo della coscienza."
L’Inconscio collettivo è quella parte di Inconscio comune all’intera umanità. E' in contatto con il Cosmo. Quando nasciamo ne siamo già in possesso ma non è qualcosa di strettamente personale.
L’esperienza del transpersonale si riferisce a una realtà psichica che non si ferma all’individuo ma va oltre i confini personali. Andare oltre la personalità individuale vuol dire espandere la propria coscienza.
L’Inconscio collettivo include quello che possiamo chiamare Inconscio collettivo familiare, costituito dai vissuti familiari delle generazioni precedenti.
L’Inconscio personale è formato dalle esperienze personali, ma alcuni di questi vissuti sono stati rimossi. Secondo Freud, il meccanismo di difesa della rimozione ci permette di allontanare dalla coscienza, contenuti ritenuti inaccettabili o intollerabili per l’apparato psichico, rendendoli inconsci.
L’intergenerazionale, è il rapporto tra generazioni diverse e viventi, per esempio tra nonni e nipoti, tra genitori e figli, tra zii e nipoti, ecc. I vissuti psichici nella realtà intergenerazionale possono essere elaborati e trasformati nella e dalla generazione successiva dando vita ad un cambiamento che può riguardare svariati campi tra i quali: attività lavorative, relazioni interpersonali, relazioni sociali, relazioni sentimentali, ecc.
Quando parliamo di transgenerazionale, ci riferiamo, invece, alle relazioni e ai vissuti delle generazioni precedenti, prendendo in considerazione l'Inconscio familiare, il quale obbedisce a delle vere e proprie leggi.
Quando una regola viene trasgredita ai danni di un membro della famiglia ma non solo o quando un lutto non è stato superato, prima o poi un discendente assumerà su di sé questo onere per ricordare alla famiglia che qualcosa è rimasto ancora in sospeso e che quindi deve essere risolto.
Di fronte a certi eventi, sebbene in tempi storici diversi e con sfumature diverse, si ripeteranno le dinamiche, i comportamenti, le caratteristiche, le inclinazioni, i vissuti emozionali, i risentiti, di colui o di coloro che hanno provocato l’ingiustizia o di chi l’ingiustizia l’ha subita e così, la storia si ripresenta.
Questo tema ricorda molto il termine freudiano della cosiddetta coazione a ripetere,
ovvero dell’adesione ostinata a ripetere modelli di vita, comportamenti e stili relazionali.
Scrive Freud a tal proposito:
"Ci sono persone che danno l’impressione di essere perseguitate da qualche fato maligno.
La coazione che si manifesta in questi casi non è diversa dalla coazione a ripetere che abbiamo osservato nei nevrotici, anche se gli individui a cui stiamo accennando non hanno mai mostrato segni riferibili a un conflitto nevrotico. Così ci è capitato di imbatterci in persone le cui relazioni finivano sempre allo stesso modo: benefattori che si vedono, in capo a qualche tempo, abbandonati dai loro protégés, e che sono così destinati a trangugiare l’amaro calice dell’ingratitudine; uomini che vedono finire nel tradimento ogni loro amicizia; amanti le cui relazioni amorose ricalcano sempre lo stesso schema e si concludono sempre allo stesso modo."
Questo eterno ritorno all’identico non ci dà modo di sorprenderci quando siamo in grado di comprendere che un elemento può rimanere costante nel tempo e successivamente manifestarsi nella ripetizione delle stesse esperienze.
Come nasce tutto questo?
Dal punto di vista del transgenerazionale si origina dai bisogni fondamentali non soddisfatti, conflitti irrisolti o latenti, caratteristiche individuali inespresse, dai debiti economici e di gratitudine non onorati, dal mancato affrancamento delle colpe,
presenza di paure motivate o immotivate, scelte deludenti, insoddisfazioni lavorative, relazionali e affettive, dalla presenza di segreti di famiglia mai rivelati e di non detti mai interrotti, separazioni e lutti non o mai del tutto elaborati, dalle risposte accondiscendenti, dai divieti e dalle mancate autorizzazioni, traumi non superati, e quant’altro ci sia stato o ci sia ancora di non risolto, si trasforma in eredità per le generazioni successive (Nanchin 1989).
Anche la vergogna svolge un ruolo fondamentale nella trasmissione transgenerazionale e può esprimersi in malattie fisiche o psichiche nei discendenti.
Questo meccanismo non fa cadere gli equilibri preesistenti ma li rinforza e li riproduce nelle generazioni successive.
Chi raccoglierà questa eredità ha solo due scelte: ripetere o riparare.
Tutto ciò viene mostrato dall’analisi transgenerazionale o analisi psicogenealogica e completato con atti simbolici che hanno l'obiettivo di riequilibrare, ristabilire gli ordini e spezzare le catene che impediscono la propria realizzazione fisica, intellettuale, emotiva, affettiva, familiare, sociale e lavorativa.
In questo modo si onoreranno la persona o le persone coinvolte e si chiuderanno le sequenze emotive rimaste aperte.
Più le caratteristiche sono visibili e ripetitive, più gli aspetti da regolare a livello psicogenealogico saranno molti.
"Non sono né i miei pensieri, né le mie emozioni, né le mie percezioni sensoriali, né le mie esperienze. Io non sono il contenuto della mia vita. Sono lo spazio nel quale tutto si produce. Sono la coscienza. Sono il presente. Sono."
Eckhart Tolle
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